Sante Messe Domenicali: precauzioni durante il periodo Covid19

1) Prima dell’inizio della celebrazione

Buongiorno a tutti e buona domenica. Vi chiediamo un attimo di attenzione per ascoltare alcune indicazioni necessarie a conciliare le esigenze di culto e la miglior sicurezza possibile per la salute pubblica. La nostra chiesa, come avete già potuto constatare, prevede l’ingresso dalla porta laterale (alla vostra destra) e l’uscita dal portone centrale (alle vostre spalle). Tali indicazioni ci siano chiare, poiché ci aiutano a non creare assembramento ed a garantire il necessario distanziamento sociale richiesto (1,5 metri tra persone in movimento e di 1 metro tra persone sedute). Il vostro posto corrisponda a quello prestabilito dalle norme, ovvero: di fronte a voi o sul sedile della panca, dovrete avere un bollino rosso con scritto “posto libero”. Se una famiglia ha con se bambini piccoli, possono rimanere vicino ad uno dei due genitori o familiare che li accompagnano. Non sarà possibile svolgere la raccolta delle offerte banco per banco, pertanto troverete due cassette delle offerte, una al centro della chiesa ed un’altra presso il portone d’uscita, dove poter lasciare la vostra offerta, ponendola dopo la celebrazione. Per favore non spostiamoci se non in quel momento. Infine vi ricordiamo che non ci è ancora possibile scambiarci un segno di pace. Buona celebrazione!


2a) Prima della Comunione: con un solo sacerdote

La nostra chiesa possiamo dividerla in DUE aree di banchi: la parte DESTRA, e la parte SINISTRA. Per ricevere la comunione ci si dispone con ordine e senza fretta in fila indiana, mantenendo la distanza sociale di 1,5 metri. Inizia tutto il settore di DESTRA, ovvero tutti coloro che sono seduti qui di fronte al lettore, comprese le persone sedute sulle panche addossate al muro della medesima parte destra.  Il settore di SINISTRA attenda indicazioni dai volontari. Ciascuno di voi si alzi valutando quando è possibile mettersi in fila, senza creare assembramento. La fila indiana dovrà formarsi sempre lungo la navata centrale ed ognuno ritorna al proprio posto solo per i corridoi laterali. I volontari vi forniranno eventuali indicazioni. Si consiglia di ricevere l’ostia sul palmo della mano, anche se avete il guanto. Se c’è qualche persona con difficoltà deambulatorie e desidera ricevere la comunione dal proprio posto, il famigliare che lo accompagna, avvisi un volontario o rimanga  in piedi così da segnalare questa necessità.


2b) Prima della Comunione: con due sacerdoti

La nostra chiesa possiamo dividerla in DUE aree di banchi: la parte DESTRA, e la parte SINISTRA. Dato il grande afflusso di gente, dividiamo ulteriormente l’assemblea: le aree di banchi di destra e sinistra che stanno DAVANTI cioè vicine all’altare e le aree di banchi che stanno DIETRO ovvero più vicini all’uscita. Il corridoio di metà chiesa, in corrispondenza della porta laterale, rappresenta il confine tra le aree “davanti” e “dietro”. Per ricevere la comunione ci si dispone con ordine e senza fretta in fila indiana, mantenendo la distanza sociale di 1,5 metri. Inizia tutto il settore di DESTRA, sia della parte “davanti” che “dietro”, ovvero tutti coloro che sono seduti qui di fronte al lettore, compreso le persone sedute sulle panche addossate al muro della medesima parte destra. Ci rechiamo dal sacerdote più vicino al nostro settore. Il settore di SINISTRA attenda indicazioni dai volontari. Ciascuno di voi si alzi valutando quando è possibile mettersi in fila, senza creare assembramento. La fila indiana dovrà formarsi sempre lungo la navata centrale ed ognuno ritorna al proprio posto solo per i corridoi laterali. I volontari vi forniranno eventuali indicazioni. Si consiglia di ricevere l’ostia sul palmo della mano, anche se avete il guanto. Se c’è qualche persona con difficoltà deambulatorie e desidera ricevere la comunione dal proprio posto, il famigliare che lo accompagna, avvisi un volontario o rimanga  in piedi così da segnalare questa necessità.


3) Dopo la Benedizione e prima del canto finale

Al termine del canto, vi chiediamo gentilmente di defluire con ordine, solo dal portone centrale alle vostra spalle, partendo dai settori più vicini all’uscita, senza creare affollamento alla porta. Per non creare disagi, coloro che sono nei due settori più vicini all’altare, attendano pure da seduti qualche secondo prima di alzarsi. Se qualcuno ha bisogno di parlare con i sacerdoti, si diriga al termine dello sfollamento verso la sacrestia, sempre nel rispetto della necessaria distanza sociale. Una buona domenica a tutti.


Papa Francesco: il discorso della Quaresima

I cristiani non siano ipocriti, con l’anima truccata.

Durante la Messa celebrata nella cappella della Casa Santa Marta, il Pontefice commenta la prima Lettura, tratta dal libro del profeta Isaia (Is 58,1-9a), e spiega “la differenza che c’è nella nostra vita fra il reale e il formale”, condannando ogni forma di ipocrisia “Il formale è un’espressione del reale”, ma devono procedere “insieme”, altrimenti si finisce per vivere un’esistenza di “apparenze”, una vita “senza verità” nel “cuore”.

E’ la riflessione che Papa Francesco offre nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, partendo da un brano tratto dal libro del profeta Isaia.

Fare penitenza mostrandosi lieti.

La semplicità delle apparenze dovrebbe essere riscoperta soprattutto in questo periodo di Quaresima, attraverso l’esercizio del digiuno, dell’elemosina e della preghiera. I cristiani, infatti, dovrebbero fare penitenza mostrandosi lieti; essere generosi con chi è nel bisogno senza “suonare la tromba”; rivolgersi al Padre quasi “di nascosto”, senza cercare l’ammirazione degli altri.

Al tempo di Gesù, spiega Papa Bergoglio nell’omelia, l’esempio era palese nella condotta del fariseo e del pubblicano, oggi i cattolici si sentono “giusti” perché appartengono a una tale “associazione”, vanno a “Messa tutte le domeniche” e non sono “come quei poveracci che non capiscono nulla”.

Coloro che cercano le apparenze, mai si riconoscono peccatori e se tu dici loro: “Ma tu anche sei peccatore!” – “Ma, sì, peccati abbiamo tutti!”, e relativizzano tutto e tornano a diventare giusti. Anche cercano di apparire con faccia da immaginetta, di santino: tutto apparenza.

E quando c’è questa differenza tra la realtà e l’apparenza, il Signore usa un aggettivo: “Ipocrita”.

L’ipocrisia del quotidiano e i professionisti della religione Ogni individuo è tentato dalle ipocrisie e il tempo che ci conduce alla Pasqua può essere occasione per riconoscere le proprie incoerenze, per individuare gli strati di strucco applicati per “nascondere la realtà”.

Papa Francesco insiste sull’aspetto dell’ipocrisia, un tema emerso con forza anche durante la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

I giovani, precisa, sono non colpiti da quanti cercano di apparire, ma poi non si comportano di conseguenza, soprattutto quando questa ipocrisia è indossata dai “professionisti della religione”. Il Signore chiede, invece, coerenza.

Tanti cristiani, anche cattolici, che si dicono cattolici praticanti, come sfruttano la gente!

Come sfruttano gli operai! Come li mandano a casa all’inizio dell’estate per riprenderli alla fine, così non hanno diritto alla pensione, non hanno diritto ad andare avanti. E tanti di questi si dicono cattolici: vanno alla Messa la domenica … ma fanno questo. E questo è peccato mortale! Quanti umiliano i loro operai. Un’anima acqua e sapone In questo tempo di Quaresima, Papa Francesco invita tutti a riscoprire la bellezza della semplicità, della realtà che “deve essere unita all’apparenza”.

Chiedi al Signore la forza e vai umilmente avanti, con quello che puoi. Ma non truccarti l’anima, perché se tu ti trucchi l’anima, il Signore non ti riconoscerà.

Chiediamo al Signore la grazia di essere coerenti, di non essere vanitosi, di non apparire più degni di quello che siamo.

Chiediamo questa grazia, in questa Quaresima: la coerenza tra il formale e il reale, tra la realtà e le apparenze.